Perché castighi e punizioni non funzionano davvero (e cosa fare al loro posto)

Ti è mai capitato di perdere la pazienza con tuo figlio o tua figlia, e di ricorrere a punizioni o minacce, magari dopo l’ennesimo “non ascolta”? Se sei un genitore, un’educatrice o un insegnante, è probabile che tu abbia vissuto momenti di frustrazione in cui l’unica via sembrava essere il castigo.


Eppure, la verità è che punizioni e minacce non insegnano davvero, non aiutano il bambino a capire e, soprattutto, non costruiscono una relazione basata sulla fiducia. Scopriamo insieme perché non funzionano e come possiamo agire in modo più efficace, rispettoso e costruttivo.


Perché i castighi non aiutano a far apprendere

Quando un bambino viene punito, smette un comportamento per paura della conseguenza, non perché ha compreso davvero il motivo della richiesta dell’adulto. Il rischio? Che si ripeta tutto identico poco dopo.

Un approccio punitivo spesso genera:

  • paura e insicurezza

  • senso di colpa

  • atteggiamenti di difesa (bugie, evitamento, aggressività)

  • chiusura alla relazione

  • I bambini non imparano con le urla o le minacce, ma con l’esempio, la ripetizione e la relazione.-

Le frasi negative non funzionano: ecco perché

"Non toccare il vaso", "Non toccare la pentola", "Non buttarti a terra"… Frasi comuni, dette in fretta, ma difficili da decifrare per un bambino piccolo.

I bambini sotto i 6 anni faticano a comprendere le frasi in forma negativa. Hanno bisogno di sapere cosa possono fare, più che cosa è vietato. Il nostro linguaggio deve aiutarli a orientarsi, non solo a bloccarli.

🟢 Invece di: “Non mettere il bicchiere sul bordo”

✅ Prova con: “Mettilo davanti al piatto, così non cade”

🟢 Invece di: “Non buttarti per terra che ti sporchi”

✅ Prova con: “Appena arriviamo a casa ci rotoliamo sul tappeto!”


I bambini imparano attraverso l’esperienza (e l’esempio)


Pensiamo a situazioni quotidiane: un bambino si avvicina curioso alla pentola sul fuoco o a un vaso di fiori colorato. Non lo fa per disobbedienza, ma per esplorare e comprendere il mondo che lo circonda.

- Il nostro ruolo è accompagnarlo nella scoperta, con calma e pazienza. Mostrargli cosa può fare e come farlo in sicurezza.-

Ad esempio:

Fagli vedere la pentola da lontano, spiegagli che è calda e che serve attenzione.

Invitalo a toccare i petali di un fiore con delicatezza, mostrando come si prendono cura delle cose.

Ogni volta che un adulto è presente e guida, il bambino costruisce competenze.

La punizione genera strategie di evitamento, non apprendimento

Quando puniamo un bambino (vietando il gioco, togliendo i cartoni, isolandolo), stiamo comunicando un messaggio: "sei sbagliato" anziché "hai fatto una cosa sbagliata".

Nel lungo periodo, questo approccio può portare a:

  • nascondere gli errori

  • mentire per evitare il rimprovero

  • scaricare la colpa sugli altri

  • evitare esperienze per timore di sbagliare

  • Punire calma il nostro nervosismo momentaneamente, ma non educa.

Qual è l’alternativa? Educare con consapevolezza

 Ecco gli strumenti fondamentali da mettere nella valigia educativa:

1. Pazienza.

Perché un comportamento non si apprende alla prima. Ogni bambino ha i suoi tempi.

2. Costanza.

Ripetere, accompagnare, restare accanto anche nei momenti più faticosi.

3. Linguaggio positivo.

Trasformare i divieti in indicazioni pratiche. Dare al bambino soluzioni reali e comprensibili.

4. Assertività.

Comunicare in modo autentico e rispettoso. Essere chiari sui limiti, ma anche disponibili all’ascolto.

5. Empatia.

Mettersi nei panni del bambino, chiedersi cosa sta vivendo e cosa sta cercando di comunicarci con quel comportamento.

Come dare regole senza ricorrere alle punizioni

Le regole servono, eccome. Ma vanno date con chiarezza, coerenza e rispetto.

  •  Prevedi le situazioni: “Tra poco usciamo, giochiamo ancora un po’ poi riordiniamo, così facciamo in tempo a prendere il sole!”

  •  Spiega la conseguenza reale: “Se non riordiniamo ora, quando finiamo non ci sarà più tempo per il parco.”

  • Fai squadra: “Mettiamo via insieme i giochi, così poi ci premiamo con una bella corsa all’aria aperta!”


Educare con amore non significa essere permissivi

Accompagnare un bambino non vuol dire lasciargli fare tutto. Vuol dire offrirgli confini chiari, ma con uno stile educativo basato sul rispetto e sulla connessione.

- Il mondo non è a misura di bambino, ma possiamo aiutare il bambino a trovare il suo posto nel mondo, sentendosi accolto, capito e guidato.-

Consigli di lettura per grandi e piccoli

Per continuare il viaggio nella relazione con i bambini, ecco alcuni libri consigliati:

  • Ascolta – Cori Doerrfeld

  • Che rabbia! – Mireille D’Allancé

  • La rabbia di Matteo – Ian De Haes

In conclusione: I bambini non hanno bisogno di punizioni. Hanno bisogno di comprensione, guida e presenza.

Ogni giorno è un’occasione per crescere insieme, passo dopo passo, con fiducia e amore.

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Urlare ai bambini non serve (davvero)